IN QUESTA SEZIONE:

  • Prevenzione del decadimento cognitivo
  • Lotta alla demenza e stimolazione cognitiva
  • Supporto e formazione ai familiari

PREVENZIONE DELL'INVECCHIAMENTO MENTALE E DEL DECADIMENTO COGNITIVO

CERVELLO: "USE IT OR LOSE IT" - FALLO FUNZIONARE O RISCHI DI PERDERLO!

 

A partire dai 30 anni, i neuroni del cervello iniziano a "spegnersi" e, anche se invecchiare fa parte del normale ciclo di vita, è sempre più difficile farlo in salute, soprattutto se si è esposti al rischio di patologie neurodegenerative.

 

Quali sono questi fattori di rischio? L'età avanzata, la presenza di una storia familiare con altri casi di demenza, bassa scolarità, malattie cardiovascolari (es. diabete e ipertensione), stili di vita poco salutari (es. alimentazione povera, consumo di alcolici, scarsa attività fisica e mentale quotidiana).

 

Alcuni di questi fattori non possono essere modificati, ma altri si! Agire sugli stili di vita non è mai stato così necessario per la nostra sopravvivenza. E questo basta? NO! E' necessario mantenere attivo il cervello: esso è come un muscolo, se non lo usi rischi di perderlo! 

  

Se Invecchiare ti spaventa, se hai paura di rinunciare al futuro, se possiedi alcuni fattori di rischio e hai paura che con il tempo gli "acciacchi" dell'invecchiamento possano trasformarsi in qualcosa di più grave, è arrivato il momento di agire. Scopri come!


LOTTA ALLA DEMENZA E STIMOLAZIONE COGNITIVA

In Italia sono circa 600.000 i malati di demenza di Alzheimer quindi, se consideriamo anche le altre tipologie di demenze, i numeri sono più elevati. Non solo: per il 2050, le previsioni parlano dell'Italia come uno dei paesi più colpiti dalle patologie neurodegenerative con più del 35% della popolazione over 65! 

 

E tu... hai un familiare affetto da demenza? Il futuro ti preoccupa? Ti hanno mai parlato della stimolazione cognitiva?

 

Laddove prevenzione è una parola che sta entrando a far parte del vocabolario comune della popolazione, ci sono ancora parecchie difficoltà dopo aver ricevuto una diagnosi di demenza nel rispondere alla domanda "e ora che si fa?".

 

Intorno a questa domanda c'è una gran confusione che rischia di far perdere tempo prezioso per queste persone che lottano contro un destino già scritto. La demenza infatti è una malattia degenerativa a carico delle cellule del cervello, cioè peggiora nel tempo. E lo fa in modo imprevedibile: problemi di memoria, di attenzione, di linguaggio, depressione, aggressività, deliri e allucinazioni, sono solo alcuni dei sintomi che possono presentarsi. La cosa certa è che tali sintomi con il passare del tempo si fanno più pesanti e difficili da gestire.

 

Cosa fare quindi? Forse non tutti sanno che la stimolazione cognitiva è un concreto metodo di intervento di indubbia efficacia scientifica che aiuta a contrastare la demenza attraverso uno specifico allenamento finalizzato a mantenere attive le competenze residue, rallentandone la perdita!

 

Vorresti che il tuo caro si mantenesse autonomo e "presente" più a lungo nel tempo riducendo le difficoltà che rendono così difficile la sua vita e quella di chi lo assiste? Non perdere altro tempo e scopri anche gli interventi diretti ai familiari!


SUPPORTO E FORMAZIONE AI FAMILIARI

Hai difficoltà a fronteggiare la malattia del tuo caro in modo efficace? Hai la sensazione di stare per esaurire le tue forse o di perdere il controllo? Ti ritrovi "incastrata" in una situazione che nessuno avrebbe voluto?

 

Non sei solo!

 

Oggigiorno, la limitata offerta di strumenti di assistenza domiciliare, la gravità dei sintomi delle patologie neurodegenerative, i costi di gestione del malato (che spesso ha già un'altra patologia a carico!), insieme ad altri fattori, aggravano enormemente la situazione già precaria delle famiglie che si fanno carico del malato e le espongono ad enormi rischi sia sul piano del benessere psicologico che sul piano del benessere fisico!

 

Familiari di pazienti affetti da demenza si ritrovano spesso soli, con poche risorse, senza lavoro e si ammalano! Chi pensa a loro? E se loro crollassero, chi si prenderebbe cura del familiare malato? Si tratta di un circolo vizioso che non possiamo permetterci di far scattare! Non solo: un familiare stanco, inefficace, frustrato, arrabbiato... è dannoso per il malato! Cosa fare quindi?

 

Prendersi del tempo per Se stessi, per conoscere la malattia, per capire come gestirla in modo efficace, per imparare a fronteggiare anche i momenti più difficili... La letteratura internazionale ha infatti dimostrato che interventi di informazione, educazione, supporto e sostegno ai familiari di questi pazienti hanno effetti benefici a 360°: migliorano il benessere percepito della famiglia, riducono il rischio di malattia per i familiari, diminuiscono la frequenza e/o l'intensità dei disturbi cognitivi e comportamentali del malato, diminuiscono i costi di gestione.

 

La soluzione sei tu, agisci ora!